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Negli ultimi anni la cottura a bassa temperatura è tornata al centro delle conversazioni gastronomiche, complice la sua capacità di trasformare ingredienti comuni in piatti sorprendentemente morbidi, succosi e ricchi di sapore. Ma, nonostante oggi venga associata a cucine moderne, strumenti digitali e sacchetti sottovuoto, le sue radici affondano molto più indietro nel tempo.

Le origini: quando la calma era l’ingrediente principale

Ben prima dei termostati di precisione, molte culture cucinavano lentamente e a temperature dolci, spesso approfittando del calore residuo di forni in muratura o bracieri. I romani, ad esempio, lasciavano sobbollire carni e legumi per ore, mentre in Asia era diffusa la tecnica del “slow cooking” in terracotta sigillata. L’idea era semplice: cuocere piano per non rovinare la materia prima e ottenere consistenze più tenere.

Questa filosofia è poi riemersa nell’Ottocento con studi scientifici sulle reazioni termiche degli alimenti, fino ad arrivare alla rivoluzione del sous-vide negli anni ’70, quando la cottura in acqua termostatata ha reso la bassa temperatura un’arte precisa, replicabile e sorprendente.

La pratica in cucina: perché funziona e come provarla a casa

Cuocere a bassa temperatura significa mantenere gli ingredienti sotto i 100°C, spesso tra i 55°C e i 70°C per le carni, e poco sopra per le verdure. A queste temperature le fibre non si contraggono bruscamente e l’umidità naturale non viene persa. Il risultato? Piatti più succosi, consistenze più morbide, aromi preservati.

Oggi chiunque può provare questa tecnica: basta un roner (cioè un termostato ad immersione), un sacchetto per il sottovuoto o un semplice barattolo ben sigillato e una pentola abbastanza profonda. Le preparazioni più amate sono sicuramente roast beef rosato e uniforme, pollo tenerissimo, salmone che si sfoglia al tocco e verdure che mantengono colore e nutrienti.

Un piccolo trucco: dopo la cottura a bassa temperatura, una passata veloce in padella o al grill permette di creare la crosticina esterna che regala sapore e carattere al piatto. È il famoso searing, il tocco finale che completa l’esperienza.

Un’idea per i pranzi delle feste

La bassa temperatura è una vera alleata quando si cucina per molte persone, soprattutto durante le festività. Permette di preparare in anticipo le cotture principali, riducendo lo stress dell’ultimo minuto e garantendo risultati impeccabili. Un’idea semplice ma d’effetto è un arrosto di tacchino o vitello cotto a 64°C per alcune ore, da rosolare solo poco prima di portarlo in tavola. Rimarrà morbido, uniforme e soprattutto… a prova di ospite esigente!

Puoi accompagnarlo con un contorno di verdure invernali — zucca, cavolfiore o finocchi — anch’essi cotti lentamente per valorizzarne dolcezza e consistenza.

E naturalmente, per sperimentare la cottura a bassa temperatura hai libertà totale nella scelta degli ingredienti: da SeBón trovi tutto ciò che ti serve per portare in tavola piatti speciali con il gusto di sempre.