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Il Natale è una festa ricca di tradizioni culinarie. Dai dolci ai rustici, basterebbe guardare una tavola imbandita per capire in che periodo dell’anno ci troviamo. Una delle tradizioni più antiche e radicate, tra tutte, è sicuramente quella di portare in tavola piatti di pesce. Un must, soprattutto per le famiglie del centro-sud della Penisola, ma trova terreno fertile anche nelle famiglie italiane dalla cintola in su. Ma qual è l'origine di questa tradizione e perché il pesce ha guadagnato un posto d'onore nelle tavole natalizie? In questo articolo, esploreremo le radici storiche e culturali di questa pratica e cercheremo di capire perché il pesce è diventato un piatto natalizio tanto amato.

La scelta di consumare pesce a Natale può essere ricondotta a diverse influenze storiche e culturali. In molte culture cristiane, il pesce ha una connotazione simbolica legata alla religione. In particolare, la tradizione cattolica associa il pesce al periodo di digiuno della Vigilia di Natale, durante la quale ci si astiene dal consumo di carne rossa in preparazione alla celebrazione della nascita di Gesù.

Il pesce, sin dai primi secoli del cristianesimo, è stato un simbolo importante. Nel Nuovo Testamento, Gesù è spesso associato al pesce. Basti pensare che “la moltiplicazione dei pani e dei pesci” è uno dei miracoli più noti della vita evangelica del Cristo e, forse, uno degli episodi più famosi e ricordati di tutta la sua vita. Questo simbolismo ha contribuito a rendere il pesce un cibo particolarmente adatto per la celebrazione di eventi religiosi, inclusi quelli legati al Natale.

Oltre alla questione religiosa, ci sono da considerare anche la posizione geografica e le caratteristiche morfologiche italiane. Le comunità costiere, infatti, avevano la possibilità di reperire facilmente pesce, che rappresentava una scelta sostenibile durante la stagione, anche in quella invernale. Le tradizioni culinarie spesso riflettono le risorse locali disponibili e il pesce fresco può essere una risorsa abbondante in molte regioni durante il periodo natalizio. La sua versatilità in cucina consente, inoltre, la preparazione di piatti festivi e gustosi.

Ecco perché la tradizione di mangiare piatti a base di pesce è stata tramandata fino ai giorni nostri e continua a mantenere un importantissimo significato. Negli ultimi decenni, come detto, c'è stata una crescente tendenza a riscoprire e valorizzare le tradizioni culinarie legate al Natale anche nelle regioni del settentrione d’Italia. Aragosta, salmone, astice, lumache e sarde sono entrati di prepotenza nei menu e hanno re-inventato e rinverdito la nostra tradizione culinaria. Riportare in auge antiche pratiche culinarie, compreso il consumo di pesce, è, quindi, sempre più un modo per connettersi con la storia e la cultura delle proprie famiglie e comunità.

In definitiva, la tradizione di mangiare pesce a Natale ha radici profonde nella storia religiosa e culturale, riflettendo valori di sostenibilità e adattabilità alle risorse locali. Questa pratica continua a evolversi, mantenendo il suo significato simbolico e portando sapori festivi unici sulle tavole natalizie di tutto il mondo. Che si segua una tradizione secolare o si cerchino nuove ispirazioni culinarie, il pesce a Natale rappresenta un connubio di storia, cultura e buon cibo.

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