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Dal 2007, ogni primo venerdì di agosto si celebra la Giornata Internazionale della Birra. È proprio in occasione di questa ricorrenza che vogliamo raccontarvi la storia di una delle bevande più amate e apprezzate al mondo.

La birra artigianale ha origini antichissime che risalgono al V millennio a.C. Già i sumeri, gli egizi e i babilonesi, infatti, la producevano attraverso la fermentazione dei cereali. Furono gli egizi ad attribuirgli la denominazione di Nettare degli Dei, perché consideravano la birra una bevanda alcolica dai poteri magici, dalle notevoli proprietà curative e in grado di donare l’immortalità. All’interno di alcune tombe egizie, piccoli birrifici, calici e birre artigianali venivano riposti accanto ai defunti per garantirgli vita eterna.

La storia della birra artigianale prosegue poi nell’epoca del Medioevo, quando i monaci, soprattutto in Germania, iniziarono a produrla personalmente aggiungendo un nuovo e oggi importantissimo ingrediente alla preparazione: il luppolo. Le famose birre “trappiste” prodotte dai monaci venivano offerte ai pellegrini durante i loro lunghi viaggi, quando sostavano e riposavano presso i monasteri e le abbazie che trovavano lungo il percorso.

E veniamo ai giorni nostri. La birra artigianale italiana è oggi una bevanda alcolica molto consumata, che accompagna le nostre serate in compagnia ed è una realtà affermata anche a livello internazionale.

Quali sono, però, i requisiti per considerare una birra “artigianale”? Una legge italiana del 2016 chiarisce che per definirsi tale la birra deve essere prodotta senza subire alcun processo di pastorizzazione, in piccoli birrifici indipendenti, che non superino i 200.000 ettolitri di produzione all’anno.

Gli ingredienti per produrre birra artigianale sono principalmente l’acqua, il malto (un carboidrato semplice ottenuto dalla germinazione e tostatura dei cereali) e il luppolo (una pianta ricca di proprietà conservanti e antisettiche), ai quali vanno poi aggiunti i vari lieviti.

Quanti tipi di birra artigianali ci sono? Generalmente, la suddivisione è in tre categorie: bassa fermentazione, alta fermentazione e fermentazione spontanea.

Le birre a bassa fermentazione, anche dette più frequentemente Lager, fermentano a temperature di circa 10 – 15 gradi.

Le birre ad alta fermentazione, conosciute come Ale, prevedono una fermentazione a temperature tra i 16 e i 24 gradi.

Le birre a fermentazione spontanea, infine, dette Sour Beer hanno un processo di fermentazione spontanea dovuto alla contaminazione con alcuni batteri, innocui per l’uomo.

Oltre alla fermentazione, un altro importantissimo fattore che distingue le varie birre artigianali è il gusto e il sapore. Amare, quanto la concentrazione del luppolo è maggiore; dolci, se il malto è in grandi quantità. Le birre più fruttate hanno un alto sentore di lieviti.

La birra chiara dal gusto delicato, nasce con malti come il Pilsner. La birra ambrata avrà malti più tosati; la birra scura è fatta di malti molto scuri e molto tostati.

Le caratteristiche principali delle birre artigianali sono senza dubbio la qualità degli ingredienti, la selezione e la scelta delle migliori materie prime e la attenta lavorazione a scrupolose temperature.

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